La forcella ritrovata
4 Aprile 2020“Piloti strana gente”.
Con questa breve frase i tecnici giustificano risultati clamorosi dei loro centauri, conseguiti a seguito di una banale modifica o stufi di continue richieste, comunicando al pilota di aver un operato sul mezzo, quando invece nulla è stato fatto.
Quello che vi raccontiamo è una di queste storie di corse che riguarda una forcella.
Era il 1994 quando Diego Bosis partecipava al mondiale trial con la Beta Techno.
Una squadra privata creata dalla concessionaria Promotor di Genova, dei fratelli Sergio e Massimo Parodi, supportava il bergamasco e vedeva i due titolari interessati in prima persona, come tecnici ed assistenti di Bosis.
Il bergamasco dopo essere stato leader nel campionato del mondo nel 1992 ed aver vinto per la prima volta il GP d’Italia a Camerino (Mc), nella stagione successiva aveva vissuto un’annata avara di risultati, che si concluse con la separazione dalla Fantic.
La Beta lanciò nel 1994 la Techno e Bosis diventò pilota semiufficiale della casa di Rignano sull’Arno. I risultati non furono quelli del ’92 ma la magia avvenne nel weekend del 16 e 17 luglio 1994.
Paioli preparò per il GP d’Italia di Imer (TN) una nuova forcella ufficiale riconoscibile dalle canne con riporto color oro, foderi anodizzati rossi, piedino destro ricavato dal pieno e regolazioni aggiuntive.
La special parts della Paioli arrivò al Team Promotor poche ore prima della partenza per Imer, novità che fu montata immediatamente sulla Techno di Bosis.
Sergio Parodi tra i molti aneddoti che negli anni mi ha raccontato inserì anche quella del GP di Imer.
“A Diego quella forcella piacque subito e la volle utilizzare in gara.
In lui scattò la molla dopo averla provata in allenamento, tanto da volerla utilizzare in gara.”
Sabato fu secondo solo a Tarres per due penalità (5 a 7), mentre domenica vinse chiudendo con 23 e Jordi terminò a 26.
Un risultato inaspettato davanti al pubblico italiano, che vide protagonista un team privato e che rappresento’ l’ultima affermazione per un pilota italiano nella classe regina del mondiale trial.
Oggi quella forcella recuperata dal fallimento di Paioli è stata regalata ad Alessandro Merlo ed è destinata a diventare un pezzo da inserire in un museo del trial che sta prendendo vita, curato dall’appassionato ligure.