Intervista a Gianluca Tournour.Dagli esordi alla vittoria del Campionato Italiano Indoor 2021
18 Febbraio 2022La stagione appena conclusa è stata memorabile per l’Italia delle due ruote ed anche nel trial i nostri piloti hanno fatto sventolare il tricolore nei vari campionati.
Gianluca Tournour è stato uno dei protagonisti e dopo il titolo europeo del 2015, è riuscito a conquistare quel tricolore indoor che era quasi diventato un’ossessione, avendolo sfiorato in diverse occasioni.
L’intervista che state per leggere vuole raccontare Gianluca fin dagli inizi della sua carriera.
Gianluca buongiorno.
Tutti sanno della tua carriera trialistica recente, ma pochi di com’è iniziata.
“Tutto è partito quando abbiamo conosciuto Andrea Tron che si era fidanzato con mia cugina.
In quell’anno Trun seguiva Colley e siamo andati a vedere con la mia famiglia l’indoor al Palastampa di Torino, quel giorno è stato un po’ l’inizio della mia passione.
Nel 2004 e 2005 ho partecipato a qualche gara di regionale Minitrial e nel 2006 ho iniziato a correre nell’italiano, dove ho conosciuto Luciano Bonaria che mi ha notato.
Così ho cominciato ad essere seguito da Stefano Dellio in veste di allenatore e nel 2007 è ufficialmente stato dato il via al – progetto sperimentale – (Un idea di Luciano Bonaria e Stefano Dellio nel quale un giovane di 14 anni con una gran voglia di andare in moto, lavorare per far bene nello sport, grazie al suo impegno ed al giusto supporto, potesse a 16 anni gareggiare nel campionato nazionale TR1.
E Gianluca fece proprio il gran salto da Minitrial A a 15 anni al debutto a 16 anni in Tr1. n.d.a).
Avevo poco più di 14 anni e presi parte a gare dell’Italiano, Europeo e manifestazioni in Francia.
All’inizio mi allenavo una volta a settimana con Dellio e poi nel weekend; compiuti i 16 anni ho abbandonato la scuola e mi sono trasferito in pianta stabile in Valle d’Aosta da Stefano, diventando professionista e partecipando alla prima stagione in TR1 e presi parte al campionato spagnolo.
I primi due – tre anni sono stati difficili ma poi pian piano sono arrivati i risultati.
Poi quando iniziavo a raccogliere nel 2010 mi sono rotto la gamba e ho perso quasi metà anno, un infortunio che mi ha rallentato un po’ proprio nel momento di maggior crescita.
I primi risultati importanti sono arrivati nel 2012 con il primo podio indoor, poi nel 2014 il secondo posto nell’italiano indoor, nel 2015 con il titolo Europeo ed infine l’italiano indoor del 2021.”
A trent’anni si iniziano a tirare le somme.
Descrivici i momenti più importanti della tua storia trialistica.
“La chiave di tutto è stato il debutto in TR1.
Poi direi nel 2015 il campionato europeo e lo scorso anno l’Italiano Indoor.”
Nel 2015 raccontammo su infotrial nell’articolo: “Campioni dall’inizio carriera in salita. da centro e fondo classifica alla vetta” la storia di un pilota che nel 2006, in occasione del tricolore di Sondalo e Giaveno aveva terminato in ultima posizione… un certo Gianluca Tournour.
Cosa ti ha spinto a non demordere?
“Il 2006 è stato l’anno del debutto nel campionato italiano e quindi diciamo che era normale che facessi un po’ fatica.
Non era facile, ma Luciano Bonaria e Stefano Dellio contribuirono in maniera determinante a superare i momenti no, dicendomi che i risultati sarebbero arrivati.
Certo ho vissuto momenti in cui volevo mollare, tornare indietro ma fidandomi di loro sono riuscito ad ottenere qualche risultato.”
Nel 2019 hai partecipato al mondiale per moto elettriche, cosa ne pensi, credi che potrebbe essere il futuro del nostro sport?
“Credo che in questo momento le moto elettriche non rappresentino il futuro immediato in TR1, le due moto sono molto lontane come prestazioni.
Attualmente è una disciplina che viaggia in parallelo, ma in futuro se si svilupperanno ancora i progetti delle elettriche, le prestazioni si avvicineranno a quelle delle trial attuali.”
In base alla tua esperienza fino a che livello di zone il motore elettrico e termico permettono al pilota di ottenere gli stessi risultati?
“Dipende dal pilota!
Io non l’ho usata molto, solo un breve periodo per partecipare al mondiale del 2019.
Posso fare il paragone con Chatagno che in TR2 nell’italiano ha ben figurato conquistando il podio a Montoso, mentre nel mondiale la inserirei nella classe 125.”
Moto elettrica o a scoppio?
“A scoppio tutta la vita!”
Nel 2020 hai vinto l’ultima gara dell’italiano e d hai terminato secondo nel day 2 del gp d’Italia Trial 2, cosa ti ha portato a raggiungere questi risultati, quale la chiave di svolta?
“Ci ho sempre creduto dall’inizio del campionato e all’ultima gara a a Pietramurata ci sono riuscito!
Il secondo posto in Italia è stato una sorpresa, volevo fare esperienza ed ero libero da ogni pressione, ho guidato bene e non ho commesso errori.”
Il 2021 è stato un anno ricco di emozioni per te, hai vinto il titolo indoor e sei diventato papà, un risultato che smentisce la teoria di Enzo Ferrari che diceva: -Un pilota perde un secondo a ogni figlio che gli nasce.- Le tue performanche sono migliorate! Raccontacelo.
“Non è stata una stagione facile!
Soprattutto da metà stagione in avanti dove la data di nascita si avvicinava.
Ho avuto momenti più difficili in cui facevo più fatica e non arrivavano i risultati, soprattutto al mondiale.
In questi istanti mia moglie Chiara è stata bravissima e mi ha sempre sostenuto e, ammetto che in altre situazioni l’attesa mi ha dato un aiuto in più.
Non è stata una stagione facile!
Poi quando sono diventato papà ero molto più rilassato e posso dirti che la teoria che un figlio fa perdere performanche fino a questo momento è stata smentita.”
Alle gare non mancano mai tua mamma Maria Teresa e papà Paolo, quanto aiuta avere intorno un gruppo che è composto anche da tua moglie Chiara, da Bruno Luppi, Marco Marchisio e da qualche mese dal piccolo Brian?
“Sicuramente è importantissimo, Bruno e Marco sono fondamentali ai fini del risultati, lavoriamo molto bene tutti insieme, avere al mio fianco alle gare Chiara mi rilassa, quest’anno con Brian vedremo (e ride…)
Poi quest’anno ci sono sempre stati i miei primi tifosi, mamma e papà, anche loro hanno contribuito a vivere con serenità le gare!”
Quali sono le tue “fisse” che non possono mancare alla moto?
“Sono fissato con il comando del gas che dev’essere morbidissimo!
Lo pulisco ogni uscita, utilizzo un lubrificante per diminuire l’attrito del cavo, poi ho il cuscinetto sul comando gas.
Mi piace tenere la moto curata.”
Un lungo percorso chi devi ringraziare?
“La squadra Gas Gas, Bruno, Marco, Andrea Buschi e Gas Gas Italia.
Luciano Bonaria, Andrea Tron che cura la preparazione della mia moto, Stefano Dellio, la famiglia Favro che per anni mi ha supportato nel Team SPEA, tutti gli assistenti che mi hanno seguito in gara e in allenamento.”