La ventiduesima stagione.Intervista a Jeroni Fajardo. dopo un 2022 da protagonista, la nuova Sherco ed il futuro.
19 Gennaio 2023Il suo simbolo è un indiano con le frecce, ha vinto dodici titoli iridati con la nazionale spagnola, di cui dieci consecutivi, si è laureato campione europeo nel 2002, è salito due volte sul gradino più alto del podio nella Trial Gp ed è attualmente campione in carica in Francia.
Il pilota che incontreremo oggi ha poi corso poi con numerose case che hanno anche allestito modelli replica con il suo nome, ha poi curato lo sviluppo di moto innovative, ama allenarsi in mountain e nella scorsa stagione ha lottato per le posizioni di vertice del mondiale.
Questo un breve riassunto di parte del palmares di Jeroni Fajardo, il protagonista di questa intervista, che sta preparandosi per la ventiduesima stagione iridata.
Ciao Jeroni. Anche nel 2023 sarai tra i piloti impegnati nella Trial Gp.
Quali i tuoi obbiettivi?
“Il mio obbiettivo è quello di cercare sempre di migliorare.
Nel 2021 non ero in forma e ho faticato tanto nel mondiale.
Invece lo scorso anno, anche se prima di iniziare la stagione avevo qualche problema alla schiena, sono riuscito ad esprimermi al meglio ed ho conquistato qualche podio, riuscendo a rimanere in lotta per il podio fino alla fine.
Sono contento e mi spiace solo che nell’ultimo gran premio, quello di Ponte di Legno, ho avuto un po’ di problemi ed ho perso posizioni in campionato.
(La domenica ha anche corso buona parte della gara senza assistente dopo che questo si era infortunato n.d.a)
Alla fine però è anche importante divertirsi, avere buone sensazioni e, dopo un 2021 difficile, ho riacquistato fiducia in me, nella moto ed il team Sherco mi ha aiutato molto.
Una stagione come la scorsa ti motiva a continuare ancora e per tanto tempo anche se ho 37 anni.”
Nel 2022 hai occupato, dopo il gp del Belgio, la terza piazza provvisoria mettendoti dietro un gruppo di avversari agguerritissimi.
Che cosa influenza a volte risultati che vi vedono alternare podi a giornate no?
“Alla fine ci sono una decina di piloti capaci di lottare per le posizioni alte della classifica e se qualcosa non va bene rischi di retrocedere molto in classifica.
Nel Gp di Spagna di Tarragona i problemi alla schiena mi hanno fortemente condizionato nella guida.
Addirittura non ero nemmeno certo di correre ma alla fine sono riuscito a partire e concludere entrambe le giornate.
Dalla gara successiva invece la stagione è decollata e solo in Italia abbiamo nuovamente sofferto.
A Ponte di Legno ho fatto qualche errore nel setting della moto ed in alcune zone, in particolare in quelle dove vi erano lunghe salite, ho faticato.”
Dal 2023 guiderai la nuova Sherco.
Hai già avuto modo di guidarla, anche durante la presentazione alla stampa di Monza, quali le tue sensazioni?
“Bestiale!
E’ una moto completamente nuova e mentre con il modello precedente si era arrivato a raggiungere il limite dello sviluppo, con la 2023 si parte da una base molto performante sul quale poter lavorare ampiamente.
Già dai primi test mi sono reso conto che la nuova Sherco è un salto avanti grossissimo rispetto al precedente modello.
Sono veramente contento del lavoro che hanno svolto in Sherco.”
Quanto cambia la nuova moto?
“La prima cosa che avverti è il peso veramente ridotto, poi il motore è completamente diverso ed inoltre cambia la distribuzione dei pesi.
E’ una moto molto più facile da guidare oltre che performante.”
Sherco introduce l’iniezione elettronica sulle sue moto da trial.
Quanto cambia nella guida un mezzo con questa alimentazione rispetto ad una a carburatore?
“In passato ho già guidato due moto con l’iniezione (Ossa e Vertigo N.d.a) ed allora mancavano alcune sensazioni che hai con il carburatore.
Invece con la Sherco ritrovi subito le stesse sensazioni.
Non hai problemi di freno motore, la risposta al gas è rapida, in più hai molto più allungo, soprattutto con le marce lunghe, e quando con il carburatore ti ritrovi con il motore che mura lei continua a darti potenza.
Inoltre anche ai bassi regimi garantisce più schiena.
Caratteristiche che contribuiscono a rendere più facile la guida.”
Hai espresso la volontà di proseguire ancora a lungo la tua carriera. Hai già pensato però a cosa farai quando appenderai il casco al chiodo?
“A me piacerebbe rimanere nel modo del trial.
E’ la mia passione e dopo tanti anni ho acquisito un buon bagaglio di esperienza nello sviluppo della moto, della preparazione del mezzo per le gare e credo di poter fare tanti lavori nel mondo del trial.
Sicuramente dovrei imparare un po’ di cose nella gestione di un team ad esempio o di un gruppo di lavoro, perché quando sei pilota guardi solamente quello che conta per raggiungere il tuo obbiettivo, mentre quando lavori in un team cambiano alcune cose.”
Hai mai pensato a creare una tua scuola?
“E’ un’altra possibilità.
Penso però che insegnare sia una dote innata e per me è più facile svolgere altre attività, anche se non lo escludo.”
Hai due figli ed uno di loro è appassionato di motocross.
“Si Pau ed Alex.
Alex, il più piccolo, è super appassionato di Moto Gp e motocross ed in generale delle moto da guidare a tutta manetta!
Ultimamente poi hanno iniziato ad appassionarsi al calcio.
Per me non è un problema lo sport che praticano, l’importante è che trovino la loro passione, si divertano e siano felici.”
Un pilota, un campione ed un padre di famiglia che non ha nessuna intenzione di smettere di divertirsi e praticare lo sport che ama.
Qui di seguito trovate una galleria di immagini di Jeroni Fajardo
Immagini infotrial.it e per gentile concessione Jeroni Fajardo