Allenarsi prima della nuova stagione.Lo sci di fondo e la Marcialonga
13 Febbraio 2023Ricevere una mail è entrato a far parte della quotidianità.
Attraverso il nostro smartphone o pc ci vengono comunicate informazioni, ricevute di pagamento, l’ok quando siamo iscritti ad una gara ed anche… la conferma di prenotazione degli alberghi.
Tutto normale se non fosse che mai hai prenotato una camera per tre notti all’Hotel Villa Mozart di Pozza di Fassa…
Errore?
No è solo il tuo amico che ha deciso di fare tutto a tua insaputa perché parteciperà per il settimo anno alla Marcialonga di sci di fondo.
Una prova veramente impegnativa che ha due format, quella da 45 e la versione lunga da 70 km.
Il trialista Alessandro Merlo ama le sfide e fin dalla prima partecipazione affronta la 70 km.
Una sfida con se stessi che i migliori riescono a portare a termine in poco più di tre ore mentre l’ultimo classificato, che viene premiato ed atteso all’arrivo dal trionfatore, impiega quasi 10 ore.
Per i campioni è una prova valida per il mondiale Visma e nei giorni precedenti è facile trovarli lungo le piste che, senza sosta, testano decine di sci per trovare la configurazione giusta da portare poi in gara.
Per gli appassionati invece i weekend che precedono la Marcialonga servono per allenarsi.
Alessandro Merlo quest’anno ha deciso di prepararsi con l’amico Marco Puppo e Claudia Cordara.
Marco ha un fisico scolpito dallo sport, un amante delle sfide che è riuscito a concludere due volte la Ironman, corso con la moto da cross, partecipato a regate e quest’anno affronterà una nuova avventura, quella di schierarsi al via nei mondiali di Tolone con un catamarano.
Claudia da un paio d’anni pratica il fondo insieme al compagno Marco e lo segue nelle sue avventure.
Per Alessandro Merlo, invece, l’idea di partecipare alla Marcialonga è iniziata a frullare in testa quando da bambino vide alla televisione la prima edizione.
Un progetto che frullò in testa per diversi anni fino a quando, nel 2016, decise di iscriversi dopo aver provato, per la prima volta, gli sci da fondo qualche mese prima.
Per il genovese cercare di portare a termine manifestazioni estreme lo ha sempre attirato tanto che, sempre nel 2016, partecipò per la prima volta alla Scottish Six Days Trials a soli due anni dalle prime esperienze con “la moto senza sella”.
Due avventure alle quali, ad esclusione di un’edizione, non ha più voluto mancare.
Ed è così che per il terzo anno abbiamo seguito Alessandro Merlo in questa sfida con se stesso, nella quale abbiamo provato personalmente lo sci nordico.
Questo viaggio in trentino ci ha permesso di comprendere ciò che accomuna il trial con il fondo, due sport nei quali si è completamente immersi nella natura.
Se però Alessandro Merlo sugli sci vanta una buona esperienza chi scrive, invece, poteva fare tesoro di qualche uscita, senza successo, con la tavola da snowboard.
Indossati gli sci per la prima volta nel 2021, faticavo a rimanere in piedi, poco meglio nel 2022 ma Alessandro aveva già pensato a tutto per darmi la terza possibilità…
Dopo un venerdì pomeriggio utile a togliersi la ruggine sabato mattina mi ha affidato a Marco Puppo il quale è riuscito a chiarire molti aspetti che non riuscivo a comprendere.
Avere poi la fortuna di incontrare lungo il percorso l’amico Flavio Pellegrin (appassionato di sci nordico e capace di chiudere la Marcialonga nei primi 200 su 8000 partenti), ha contribuito infine a farmi passare dalla fase di confusione a quella del divertimento.
Come nel trial la tecnica è molto importante e, se correttamente impostati, permette di percorrere più km, stancarsi meno e riuscire a godersi paesaggi meravigliosi.
Luoghi dove si sente solo il respiro ed i pochi decibel prodotti dallo scorrere degli sci sulla neve.
Attraversare pinete nelle quali la neve cade dai rami nebulizzata e sottili raggi di sole riescono ad attraversare la fitta vegetazione, regala una sensazione di pace con te stesso.
Proprio in mezzo al nulla svanisce tutta la fatica ed inizi a respirare a pieni polmoni quell’aria fresca e pulita.
Attraversando luoghi così belli capita di buttare l’occhio ed iniziare a pensare a come sarebbe fare trial in quei boschi e su quelle bellissime pietre ricoperte di muschio.
Pensi anche a quanto sia faticoso coprire quei 70 km di un percorso diabolico che, dopo i primi 17 km di salita, prevede nel finale un ultimo strappo di 3000 metri nei quali sono presenti punti dove la pendenza raggiunge il 20%.
Un piccolo viaggio in te stesso di 18 km che, invece gli amici: Alessandro Merlo, Marco Puppo, Asia, Vittorio e Lupo, faranno per molte più ore il giorno dopo.
L’emozione e la paura, come prima di una gara di trial particolarmente sentita, traspare la domenica mattina.
Un risveglio dove il letto sembra dirti “torna sotto le coperte, fuori fa freddo e sai che stai per farti un gran c..o.”
Ma quando superi la linea dello start tutto svanisce ed entri in una bolla.
Correre con temperature vicino ai -10 non è facile, soffri, maledici il giorno che hai mandato l’iscrizione, ma poi quando lungo il percorso incontri alcuni atleti ti rendi conto che sei fortunato.
Per il trialista Alessandro portare a termine la Marcialonga è sempre un impresa, soprattutto nel 2023 visto che si è allenato solo due volte.
Ma al genovese dopo aver superato la linea del traguardo bastano pochi minuti per riprendere un pò di forza ed iniziare a raccontare la sua avventura, un viaggio di 70 km carico di emozioni.
Alessandro quando descrive l’incontro con i senatori, partecipanti che hanno preso parte a tutte le edizioni (ai quali viene assegnato un pettorale speciale) lo fa con un tono di voce che trasmette tutta la stima che ha per questi atleti.
Ma ancor di più le parole faticano ad uscire quando parla dei non vedenti che, accompagnati da una guida, partecipano a questa maratona.
La voce è rotta dall’emozione ed è in quel momento che capisci che lo sport è capace di compiere miracoli e che quella mail ti ha permesso di vedere anche tu questi esempi di tenacia.
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