Il trial storico riparte nel Centro Italia
18 Febbraio 2023Riparte, con un allenamento collettivo, l’attività dei piloti possessori di moto storiche del centro-Italia che si concentrano sotto i colori del Monte Pizzuto Trial Team.
Sono arrivati in 9 al TRIAL PARK “BUCCUMERONE” di Monte San Giovanni in Sabina, convocati dal “solito” Maurizio Aluffi. Un movimento circoscritto alla passione di qualche “vecchio” trialista, si è trasformato in poco tempo in una tendenza che raccoglie sempre più addetti superando anche i confini regionali.
E così, già dal 2022, sono arrivati i piloti del vicino Abruzzo, sabato 11 Febbraio si sono presentati in quattro.
Le Fantic sono le moto più usate, le 200, le 240 e adesso anche le 305. Modelli storici che hanno segnato la storia del Trial.
Mancavano all’appello altri 3 piloti, tra cui il vice-campione italiano Luca Perfetti, una vecchia conoscenza del trial locale Paolo Carletti e un ex endurista, trasferitosi da Piemonte a Roma, Paolo Pescarmona.
Non è escluso che possa aggregarsi anche qualche altro…. Intanto, per la prima volta, si è visto su una moto storica, anche se in prestito, Roberto Angelelli fratello di Leonardo, anche lui molto conosciuto in sabina.
Sole splendente e freddo pungente, non hanno fermato la voglia di impegnarsi fondo, nelle zone sapientemente tracciate dal sopracitato Aluffi, presente con la Honda TLM 260 con cui ha partecipato al trofeo TATA. Alla fine 4 zone, lunghe, tecniche, non facili ma sicuramente non pericolose. Pur non volendo scoprire troppo le carte, si è andati a “bonificare” un’area dove verrà tracciata una nuova zona per la gara del TATA in programma 23 e 24 settembre 2023. Quattro ore di buon Trial, conclusosi con una tavolata al ristorante l’IMMAGINETTA di Monte San Giovanni in Sabina. Tra una risata e l’altra, davanti ad un buon piatto e ad un bicchiere di vino, ci si è domandati da dove nasce questa riscoperta del Trial antico.
Un unico denominatore sembra essere condiviso da tutti: il piacere di stare insieme, la felicità con cui si affrontano le zone e il clima di rilassatezza che si respira ogni qual volta ci si incontra.
Anche in questa occasione non è mancato un po’ di folclore: Massimiliano Marri ha portato con se un cinghiale divenuto la mascotte del gruppo, si chiama NINA! Vorrei chiudere questi appunti con le parole di chi per la prima volta “respira” l’odore di un Trial che purtroppo non esiste più. Lui si chiamava Roberto e quest’anno lo vedremo spesso alle gare: “Sabato 11 Febbraio 2023, sveglia alle 6 per raggiungere il luogo dell’allenamento, 2 ore di macchina per arrivare. Colazione, bagno e finalmente si sale in moto per raggiungere le zone. Oggi il giorno più freddo, il gelo ti entra dentro, ma dai monti spunta un iniziale calorifico sole. Una fila di dieci trialisti imbocca la stradina che ci condurrà alla prima zona. A me la strada sembra già una zona verde…. Piena di scogli, rocce alte un metro e un serpente di acqua ghiacciata. In pendenza. Occorrono dati da stambecco e da pattinatore. Finalmente raggiungono la prima zona. Una falesia tutte pendenze, contropendenze, e strapiombi di grado 9c. Il tracciatore ufficiale con pochi cenni indica la via. Non ci sono frecce ne fettuccia, ti devi ricordare tutto a memoria. Ora questa cosa della memoria è interessante, un’ennesima prova nella prova. Tutti almeno una volta hanno sbagliato il percorso. Bello. Pronti via. Il tracciatore e il campione passano indenni “quasi” a zero… e poi parto io. Prima volta che guido il 240 e prima uscita stagionale. Prima curva in contropendenza e prima caduta. Seconda curva in contropendenza e seconda caduta. La leva della frizione dimostra tutto il suo disprezzo per la mia guida accartocciandosi. Discesa dallo strapiombo, attero ma freno troppo con l’anteriore. Perdo il controllo. Stavolta faccio di tutto per lanciarla via, ma lei, la moto, si aggancia amorevolmente al mio piede e mi trascina in una caduta rovinosa sul fianco, ahio che male!
Finalmente concludo la zona… La moto è pesante e il baricentro più alto rispetto alla mia GAS GAS. Distrazioni ed errori non sono ammessi. Due trialisti, alle prime esperienze, decidono per una passeggiata…. Il campione si avvicina e mi dice: <<allarga le gambe e sposta il corpo>>.
Ripeto la zona due e faccio 2. Meno male. Si passa alla seconda. Queste due zone sono una goduria, dopo una bevuta, si parte per la prossima zona. Naturalmente nel percorso di ritorno perdo la catena e il fanalino….
Finalmente zone di terra, le mie preferite, non ho paura di cadere. Mi diverto come un pazzo, comincio a “sentire” la moto e il corpo si scioglie. La rifacciamo decine di volte prima di raggiungere l’ultima zona. Stavolta si deve creare la zona, con seghetti, forbicioni e bicipiti. Questa è una delle cose più belle del Trial…. Un sano e utile lavoro di pulizia del sottobosco per la riapertura di antiche vie e per evitare potenziali incendi, utilizzando il tagliato per creare gabbioni biologici di contenimento delle frane. La quarta zona è più semplice, defaticante. Ma ormai è ora di pranzo e stanchi ma felici ci avviamo al ristorante prima del ritorno a casa.
Ci sarebbe da raccontare dell’altro del trialista con ogni ben di Dio da vedere, apprezzare e sbavare. Una gioia degli occhi e del cuore, che un cicerone come pochi altri ci ha illustrato ed estasiato. Lo racconterò la prossima volta…”. Cosa dire di questo attento narratore… e tutto questo grazie al Trial. Sublime sport motoristico per palati fini!!
Testo Maurizio Aluffi