L’attimo fuggente.Intervista a Pep Segales fotografo del trial mondiale
10 Novembre 2023Ogni giorno prendiamo decisioni, da quando ci svegliamo a quando spegniamo la luce alla sera.
Nella maggior parte dei casi si tratta di scelte di poco conto, ma nella vita prima o poi a tutti capita di dover scegliere tra varie opzioni che, in alcuni casi, possono cambiarci l’esistenza.
Anche Pep Segales, da oltre trent’anni presenza fissa nel mondo del trial, un giorno si trovò davanti ad un bivio che gli rivoluzionò la vita.
Catalano di San Feliu de Codines, fin da piccolo è cresciuto in un paese che è stato, ed è, un luogo simbolo del trial iberico.
Un borgo di circa 5000 anime nella quale sono state organizzate numerose gare tra le quali la “Tres Dies de Cingles”; è, inoltre, il paese natale di Andreu Codina, ex pilota, inventore del bike trial, oltre ad essere uno dei fondatori del marchio Sherco.
Ed è tra le vie di San Feliu che è nata la passione per il trial di Pep.
“Quando ero un bambino veniva organizzata una manifestazione di due giorni dedicata al trial in bicicletta.
Quell’evento richiamava i migliori ciclisti e tanta gente, anche perché si svolgeva tutto all’interno delle vie del paese.
Era il 1980 ed avevo tredici anni e quelle gare mi fecero appassionare al trial.”
E non hai mai partecipato a gare?
“Una volta presi parte ad una competizione senza il consenso dei miei genitori, ma non ero portato!.”
E non hai mai provato il trial in moto?
“No ed è un peccato!
Quando lavoravo con Solo Moto, a volte, capitava nei test comparativa di guidare le moto dal furgone al punto dove facevamo le fotografie ma nulla di più.”
Com’è nata la tua attività fotografica e giornalistica?
“Era il 1990 ed un giornale locale voleva parlare di sport.
Così iniziai a scrivere e seguire le gare di trial ed in quell’anno andai al Gp di Spagna dove vinse Diego Bosis.
In quell’occasione feci la prima intervista, ma non parlavo italiano e per questo chiesi in sala stampa se c’era qualcuno in grado di aiutarmi.
Intervenne in mio aiuto Giulio Mauri che mi fece da traduttore.
Dopo questa esperienza iniziai a collaborare anche con la rivista “Solo Moto” e l’anno successivo andai a seguire il Gp di Germania.
Successivamente lavorai per Solo Moto molti anni, prima di diventare un freelance.
Hai avuto anche delle collaborazioni lunghe.
Negli anni ho fotografato per la Federazione internazionale e per 9 anni ho seguito Honda Repsol per il trial.
Sempre per la casa giapponese ho svolto il ruolo di capo ufficio stampa del Team Monster HRC alla Dakar, sia in Sudamerica che nei paesi arabi.
Ora lavoro come freelance per alcune aziende nel mondo trial.”
Per Pep Segales il trial è una passione, un lavoro e se ciò è avvenuto è perché un giorno arrivò quell’occasione che diede la svolta alla sua vita ed è Pep in persona a raccontarla:
“Quando mi chiesero di andare in Germania da inviato mi confrontai con mio fratello, più grande di me di qualche anno.
Fu lui a consigliarmi di partire.”
E fu in quel momento che Pep Segales prese la decisione che gli avrebbe cambiato la vita.