Toni Bou. Quando in famiglia non sei l’unico campione del mondo.L’intervista
27 Dicembre 2023X Trial Barcellona 2023
“I record sono fatti per esser battuti”
Thomas Nordahl, figlio del campione di calcio Gunnar Nordahl, commentò così la notizia del superamento del record di goal segnati in una singola stagione di Serie A.
Un primato che rimase imbattuto per ben 66 anni prima che Gonzalo Higuaín riuscisse a superarlo.
Nel trial succede di assistere a veri e propri periodi nei quali un pilota raggiunge un livello tale da vincere diversi titoli consecutivi.
A dare il via furono Lejeune e Michaud, che vinsero tre titoli a testa, poi arrivò il dominio di Tarres cui seguì quello di Lampkin e per entrambi fu oro sette volte.
Mondiale Italia Lazzate 2020
Ma con l’arrivo di Toni Bou ogni record è stato infranto.
Il catalano, classe 1986, è un vero e proprio uomo da guinness ed oggi non solo è il pilota con il maggior numero di titoli, ma anche lo sportivo più titolato di sempre.
Mondiale Italia 2016
Bou, infatti, ha già conquistato: sedici titoli mondiali outdoor, altrettanti indoor, diciassette volte iridato a squadre outdoor e nove indoor con la nazionale spagnola, per un totale di 58 titoli iridati, tutti vinti consecutivamente e, non ha nessuna intenzione di ritirarsi!
Mondiale Italia Ponte di Legno 2022
A questi poi si aggiungono un titolo europeo, diversi campionati spagnoli ed altri allori conquistati con la bici da trial.
Ma chi è Toni Bou e com’è cominciata la carriera di questo incredibile centauro?
Toni sei famoso in tutto il mondo, nessuno ha mai vinto come te, ma, quando e dove è nata la tua passione per il trial?
“E’ una passione che è nata tra le mura domestiche.
Sia mio papà che mio zio avevano la moto da trial ed enduro, anche se poi praticavano più il primo che il secondo.
I miei genitori a quattro anni mi hanno regalato la prima moto, ma fino ai 12 anni andavo più in bici perché partecipavo alle gare di biketrial.
Dal 1998 ho iniziato a correre anche in moto ma ho continuando fino ai 14 anni nel mondiale di bicitrial.
Mondiale Italia Pietramurata 2018
La tua guida è fortemente ispirata dal biketrial. Anche in questa disciplina hai vinto il titolo mondiale.
“Quando correvo con la bici esistevano due campionati: Bike Trial e Trialsin ed ho partecipato ad entrambi vincendoli.”
Mondiale Trial Italia 2012 Santo Stefano d’Aveto.In prima fila con gli occhiali la sorella Gemma
In casa Bou Mena non sei l’unico campione del mondo, anche tua sorella Gemma ha vinto con la bici. Potevate essere due fratelli campioni del mondo con la moto?
“Può essere!
Gemma in bici aveva un gran potenziale, istinto, un equilibrio incredibile e gli veniva tutto naturale!
Ha provato anche con la moto ma, dopo qualche caduta, ha preferito continuare a dedicarsi alla bicicletta.”
Qualifiche Mondiale Trial Italia Pietramurata
Sui social network sei seguitissimo, i tuoi video sono sempre molto spettacolari ed hai anche un canale YouTube. I filmati nascono da tue idee o ti fai consigliare dai tuoi amici ed assistenti?
“Molte volte sono mie idee ma capita anche che nascano su consigli ed idee dei miei amici, assistenti e della mia ragazza Esther.
Mi diverto molto a farli ed oltre a quelli con la moto da trial uso anche quella da enduro, l’Africa Twin, la bici da corsa e la E-bike.”
La fidanzata Esther
Probabilmente il video più visto è stato quello che hai fatto in casa durante il lockdown, un’idea che ha visto nel ruolo di cameraman Esther, la tua fidanzata. Com’è nato questo video?
“E’ nato una mattina a colazione.
Stavamo parlando della situazione di quel momento ed Esther mi ha detto, -dai è il primo giorno che siamo tranquilli perché non facciamo un video?-
Per registrarlo non abbiamo impiegato molto tempo, circa un’ora e mezza.
Il problema è che erano le undici del mattino e per il montaggio con il pc, che ha fatto Esther, abbiamo lavorato fino a notte inoltrata!
Devo dire che ci siamo veramente divertiti a farlo.”
Mondiale Italia Chiampo 2016
Sei il riferimento del trial, descrivici la tua giornata.
“Vivo nella Repubblica di Andorra ed è facile allenarsi qui.
Puoi trovare zone naturali con ogni tipo di terreno: dalle grandi pietre a torrenti, terreno viscido ed altre location con un grande grip, inoltre vi sono luoghi per allenarsi su ostacoli artificiali tipici delle gare indoor.
Solitamente mi alleno al mattino, andando in moto per due o tre ore.
Nel pomeriggio, invece, alterno: alcuni giorni faccio palestra con solo attività cardio e stretching, altre volte vado a giocare a squash o paddle.
Esco poi in bici o vado a fare sci alpinismo e qui ad Andorra è facile trovare un amico con cui svolgere queste attività.
Considera che ad Anyos, dove vivo, e nei dintorni siamo oltre 15 atleti professionisti.”
Hai vinto tantissimo, quest’anno ricorrerà il 20 anniversario dal primo titolo, quello europeo del 2003 con Beta, quali i tuoi ricordi legati a quel campionato dove, peraltro, nell’ultima gara ti infortunasti?
“Ricordo bene quella gara a Chiesa Valmalenco!
Fu il primo titolo importante con la moto, erano presenti tutte le persone più importanti di Beta, avevo un po’ di pressione addosso ma ero anche un po’ il protagonista di quella giornata.
Ricordo che avevo preso un colpo nella tibia e, dopo la premiazione, mi dovettero cucire con dieci o quindici punti.”
Nel 2006 hai iniziato a vincere dei GP nel mondiale ma concludesti quinto, a fine dicembre di quell’anno corresti l’ultima gara con la Beta e, dopo pochi giorni, ci fu il debutto e la vittoria con la Montesa.
Un successo che lasciò tutti a bocca aperta.
Te lo aspettavi?
“No sinceramente non me lo aspettavo!
Si sapeva che la moto era competitiva nelle gare outdoor, ma sia Dougie Lampkin che Takahisa Fujinami non erano riusciti a cogliere il successo negli indoor e sembrava che il 4 tempi faticasse nelle gare al coperto.
L’avevo provata, sia in zone naturali che artificiali, ed avevo notato che era una moto molto stabile che si adattava al mio stile di guida.
La decisione di passare a Montesa la presi parlandone anche con mio papà, entrambi pensavamo che sarei andato a correre in un team di altissimo livello.
Inoltre capii che quella stabilità del mezzo era un dettaglio che mi avrebbe potuto permettere di ottenere buoni risultati”
Il pupazzo del lupo per festeggiare il mondiale del 2016
Il tuo simbolo è un lupo e il tuo soprannome Dynamite Bou, che apparve per la prima volta sul serbatoio il giorno del debutto con la Montesa nell’indoor di Sheffield del 2007. Da cosa nasce questo nome?
“Il lupo è il mio animale preferito e fin da inizio carriera l’ho scelto per identificarmi.
Il disegno attuale è nato quando il grafico di Hebo, il marchio di abbigliamento che porto in gara, ha rielaborato il disegno originale.
Il soprannome Dynamite è stata un’idea del mio meccanico che lo ha scritto con il pennarello sul serbatoio prima di quella gara.
Un’idea nata per scherzo che poi è diventato un soprannome”
Mondiale Italia 2012 Santo Stefano d’Aveto
Vincere è sempre un emozione, cosa provi oggi che hai vinto tantissimo?
“Negli anni molto è cambiato.
Nella mia carriera ho avuto la fortuna di vincere tantissimo, ma ancora oggi ogni successo è sempre una grande soddisfazione.
Lavoro moltissimo per ottenere dei bei risultati, ho tanta voglia di fare trial e mi diverto quando sono in moto.
Ho vinto 16 titoli iridati ed è molto meglio di quanto potessi sognare.”
Con Adam Raga
Sei il pilota più titolato della storia, un campione nello sport oltre che un esempio di umiltà, ci pensi mai che nessuno è riuscito a raggiungere i tuoi risultati?
“Penso che se ci sono riuscito io ci può riuscire anche un altro!
Quando Jordi Tarres riuscì a vincere sette titoli mondiali sembrava impossibile che qualcuno potesse eguagliarlo.
Ma subito dopo pochi anni è arrivato Dougie Lampkin che è riuscito a vincere lo stesso numero di titoli, addirittura, consecutivamente.
Il trial è uno sport nel quale se un pilota è molto forte riesce a dominare per molti anni e ad indicarlo è l’albo d’oro.
Per questo, credo, che in futuro potrà capitare che qualche pilota riuscirà a dominare a lungo e battere i miei record.”
X Trial Barcellona 2023
Guidi una moto a quattro tempi, quanto è diverso guidare una moto con questo propulsore rispetto ad una a miscela?
“E’ molto diverso!
Si utilizza molto la coppia ed i regimi medio bassi e credo che dipenda dallo stile di guida del pilota.
Io fin dall’inizio mi sono trovato bene, venendo dalla bici da trial riesco a guidare con poco gas e questo mi piace, mentre ci sono piloti che preferiscono il due tempi perché hanno uno stile di guida differente.”
Concentrazione pre gara
In alcune gare sembra che tu giochi con gli avversari.
A Barcellona, nella prima prova del mondiale indoor 2023, hai iniziato con un cinque ed un terzo posto di manche e poi in finale hai annichilito tutti! Qual è il tuo segreto?
“Non lo so!
A Barcellona non volevo sbagliare nella prima zona del mondiale indoor 2023! (E ride).
In quella zona forse sono stato un po’ troppo aggressivo.
In finale, invece, so che non posso sbagliare e, forse, in quella fase di gara esce la parte migliore di me.
Cerco sempre di dare il meglio, come nella seconda manche, quando rischiavo di finire fuori dalla finale e sono riuscito a salire da quell’ostacolo.”
Festeggiamenti titolo iridato outdoor 2022
La stagione perfetta esiste?
“Non credo esista!
Anche nelle stagioni dove sono riuscito a vincere tutte le gare ho sempre pensato di aver sbagliato qualcosa in gara.
Sono ultra competitivo e questo sicuramente mi stimola per mantenere un livello molto alto e, soprattutto nel trial, credo che la perfezione sia quasi impossibile da raggiungere!”
Festeggiamenti per il titolo 2022 alla fine dell’ultima zona
Le tue vittorie, e stagioni, sono state a volte accompagnate da infortuni, nonostante tutto hai stretto i denti e concluso con un successo. E’ l’adrenalina a farti superare il dolore?
“Se riesco cerco sempre di superare il dolore.
Di certo sono un pilota che rischia tanto, che dà il 100%, e questo fa parte del mio modo di fare trial.
Probabilmente anche questo ha contribuito a permettermi di vincere molto.
Ed anche quando mi sono infortunato in gara ho sempre cercato di proseguire e finire la competizione.
Ad esempio quando mi ero fatto male alle vertebre mi sono presentato con l’idea di fare la qualifica e terminare al quinto posto per vincere il mondiale.
Poi quando invece ho capito che ero abbastanza in forma e non avevo problemi ho dato il massimo.”
Sul gradino più alto del podio Italia 2020 Lazzate
Vincere è bello ma molti campioni ad un certo punto della carriera hanno deciso di rimettersi in gioco in altri sport. Ti è capitato di pensarci?
“Mi piace moltissimo il trial e non sono mai arrivato a pensare di essere stanco di praticare questo sport.
Certo mi piacerebbe fare enduro o superenduro, però, facendo tutti i giorni della mia vita quello che mi piace di più, sono molto fortunato e non mi pesa prepararmi per le gare.”
Scottish Six Days Trials: ti è mai venuta voglia di partecipare?
“Si la voglia è capitata di averla.
Però è una gara molto particolare, corri per sei giorni di fila, le zone sono molto diverse da quelle che sono abituato a fare, anche se credo che una volta la farò ma solo quando avrò terminato la mia carriera da agonista.
Inoltre, è una gara che si svolge a ridosso del mondiale e voglio arrivare ad inizio campionato al 100% della forma.”
Con Gabriel Marcelli e Jaime Busto
Chi potrebbe raccogliere la tua eredità e vincere il mondiale in futuro?
“Non saprei!
Ti posso dire Adam Raga, un pilota molto competitivo che nonostante abbia quarant’anni è sempre molto competitivo.
Poi ci sono Jaime Busto e Gabriel Marcelli, due giovani che da diversi anni stanno crescendo e stanno arrivando.
Sono tre piloti che mi stimolano molto e contribuiscono a farmi divertire in moto.
Poi ci sono le nuove leve e se sbagli rischi subito di tornare indietro in classifica ed uscire dal podio.
Busto è già molto competitivo ha vinto due campionati spagnoli, che come livello è molto vicino al mondiale, ma anche Marcelli è riuscito a vincere delle gare.”
X Trial Barcellona 2023
Come ti vedi tra dieci anni?
“Sicuramente sarò ancora nell’ambiente del trial.
Non so se avrò una scuola trial, un team, magari avrò qualche incarico nel Repsol Honda Team Trial.
Mi piace seguire i giovani che si allenano ed aiutare quelli che hanno voglia di emergere e devo dire che ascoltano e cercano di mettere in pratica i miei consigli.”
E magari metterai su famiglia con Esther.
“Al momento siamo felici così ed entrambi abbiamo poco tempo libero!
Lei lavora, corre in bicicletta, mi segue molto nelle gare e nelle mie attività.
Vedremo in futuro.”
I record sono fatti per essere battuti e Toni Bou li sta abbattendo tutti, andando, anno dopo anno, ad alzare l’asticella.
Riuscirà qualcuno a superare il campionissimo spagnolo o resterà il più grande di tutti i tempi?
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