Il terno al lotto. Aneddoti del trial raccontati da Renato Chiaberto
5 Dicembre 2022Dopo gli aneddoti di Fabio Viscardi ricominciano i racconti dei campioni del trial.
Quello che leggete è il primo di una serie di simpatiche situazioni raccontate da Renato Chiaberto, ex campione italiano ed ora importatore della Sherco.
Trial delle Nazioni 1987, Italia Campione del Mondo con Carlo Franco, Diego Bosis, Donato Miglio e Renato Chiaberto.
In quell’anno il TDN si svolse a Tampere in Finlandia e noi avevamo una grande squadra con a capo il Cavalier Alemandi, colui che ideò il centro tecnico di Polcanto a pochi km dall’autodromo del Mugello.
Ero giovane e posso dire che tanto lo odiavo allora quanto lo amo ora che ho capito quanto faceva per noi.
Da poco più che ventenne non capivo l’importanza del lavoro che faceva una persona come il Cavalier Alemandi, una persona squisita che oggi rimpiango.
Come succede ancora oggi l’ultima prova del mondiale si svolgeva il weekend precedente al Nazioni e, dopo aver partecipato al Gp di Finlandia, nei giorni successivi ci eravamo spostati a Tampere.
Una decina di giorni trascorsi nella penisola scandinava che ricordo con piacere.
Eravamo una squadra molto competitiva, ma anche i nostri avversari non scherzavano.
La Francia schierava Michaud, Berlatier, Girard e Couturier, la squadra con cui lottammo fino all’ultima zona.
Non da meno era la compagine spagnola con Tarres, Codina, Renales e Galliach.
Eravamo giovani e guardati a vista dal Cavalier Alemandi che non ci permetteva di uscire la sera, ci chiudeva in camera, ed in particolare era “molto attento” con me.
Forse perché ero il più casinista ed avevo un precedente…
Mi diceva sempre una frase che in sostanza era: Tu sei una testa di c…o, se non fossi così avresti già vinto un paio di mondiali!”
Un rapporto di amore ed odio il vostro!
“Mi aveva anche buttato fuori da Polcanto quando avevamo fatto la settimana di allenamento prima del Trial delle Nazioni.
La sera c’era un solo telefono da utilizzare per chiamare a casa e tutti erano in coda.
Oltretutto era come in caserma, avevi un orario per poter telefonare.
Io volevo sentire la mia fidanzatina e non avevo voglia di aspettare.
Così ho preso la macchina, sono sceso al primo paese più vicino, ho fatto quello che dovevo fare ed al ritorno…”
Al ritorno?
“Sono arrivato nel parcheggio e ad aspettarmi c’erano Alemandi ed Ettore Baldini, che era il suo braccio destro, ed il Cavallier mi apostrofò.
Lei si reputi a vita fuori da Polcanto e non potrà più metterci piede!
Ripensandoci forse ho fatto un terno al lotto perché, molto spesso, tutti gli allenamenti collegiali erano organizzati a Polcanto.
E fare avanti ed indietro da Torino alla Toscana era diventata un po’ una rottura di scatole!”