Il campioncino della Val Susa.Aneddoti del trial raccontati da Renato Chiaberto
8 Dicembre 2022Seconda puntata degli aneddoti di Renato Chiaberto, questa volta si parla si Scottish, dal debutto alla lotta per la vittoria nella “maratona” del nostro sport
“La prima volta corsi in Scozia da pilota ufficiale Ossa dell’importatore Borgarello.
Era il 1982 e fu un esperienza incredibile per me che avevo vent’anni.
La gara non era di certo facile e a vincere fu Bernie Schreiber con oltre 100 penalità.
Quello scozzese era un trial completamente nuovo per me ed arrivai al quinto giorno, dopo aver corso in condizioni limite con piogge torrenziali, neve, freddo.
Ero partito pensando di essere il campioncino della Valle di Susa avendo vinto nel 1981 il titolo italiano cadetti 125 e, in quell’anno stavo andando molto bene nella Junior Oltre (che vinse a fine stagione n.d.a).
Invece nel 1982 trovai di un lungo esagerato, rendendomi presto conto che non ero nessuno!
Gli inglesi risalivano quei torrenti a zero mentre io sembravo un millepiedi! (E scoppia a ridere n.d.a)
La ciliegina della torta fu, al penultimo giorno, quando mi uscì una spalla in zona e fui obbligato a ritirarmi.
Nel 1983 passai alla Fantic, non partecipai a quell’edizione della Scottish, e riuscii a giungere secondo nell’italiano Senior, al debutto, con la meravigliosa 240.
Nel 1984, ritornai a Fort William e corsi tutta la stagione con la 300.
Un’annata incredibile nella quale vinsi il titolo in anticipo e, nelle ultime gare corsi con il prototipo del 301, il modello che sarebbe andato in produzione alcuni mesi dopo.
Da quella stagione e fino al 1989, attraversai il periodo d’oro della mia carriera e corsi anche in Scozia in tutte quelle edizioni.”
Servì la lezione del 1982?
“Eccome!
Sia nel 1984 che 85 chiusi al terzo posto e vinsi alcune giornate chiudendo ad una manciata di punti da Thierry Michaud, mio compagno di squadra, che in quegli anni aveva vinto.
In particolare andavo benissimo nella giornata che prevedeva le zone della Chair Lift, le prove vicino alla seggiovia, che si affrontavano dopo aver percorso già un bel pezzo con neve e pioggia battente.”
Termina così il secondo appuntamento con gli aneddoti di Renato Chiaberto.
Prossimamente un altro racconto.