I segreti di Toni Bou.Lo stivale.
19 Dicembre 2022Sono capaci di evoluzioni inimmaginabili, salgono in luoghi dove sembra impossibile raggiungere la sommità.
I campioni del trial sono degli atleti preparatissimi e dei veri fenomeni.
Per ottenere certi risultati curano ogni più piccolo dettaglio e non solo sulla moto.
Toni Bou è il più grande di tutti i tempi, un campionissimo capace di vincere ininterrottamente dal 2007, che ha anche contribuito allo sviluppo di componenti ed abbigliamento che oggi utilizziamo mentre ci divertiamo con la nostra moto.
In questo speciale presentiamo lo stivale di Bou.
A descrivercelo sono i tecnici dell’Alpinestars che hanno lavorato allo sviluppo insieme ai piloti del Team Montesa Repsol e per scoprirlo siamo andati ad Asolo, nella Safety Development Unit, dove nascono i prototipi ed i prodotti destinati ai piloti.
Una visita che rivelato alcuni aneddoti molto interessanti riguardo anche lo sviluppo e la nascita del Tech T, il modello che oggi è disponibile per il pubblico.
“Quando abbiamo iniziato a studiare il nuovo stivale da trial il Tech T, che ha sostituito lo storico No Stop, abbiamo svolto dei test con i piloti del Team Montesa Repsol.
Il primo prototipo utilizzava soluzioni del modello precedente, come ad esempio un unico pannello interno.
Lo step successivo vide la divisione in più parti del pannello interno, per aumentare la flessibilità, ed inoltre è stato aggiunto una parte utile ad aumentare il feeling con la moto.
Toni Bou, in particolare, chiedeva di migliorare l’ergonomia posteriore, avere grande flessibilità nella parte interna dello stivale e resistenza all’abrasione.
Negli anni poi abbiamo aggiunto ai piloti ufficiali il pararoccia.
Una protezione per le dita che fu richiesta sia da Bou che Fujinami e che, inizialmente, fu inserita internamente mentre ora, come sul modello di serie, è esterno.
La protezione per il cambio è in pelle sul modello di serie mentre per i piloti factory è in plastica TPU per aumentare aumenta la morbidezza e la sensibilità.
Bou poi apprezza uno stivale molto aderente e quindi lavoriamo per fare in modo che quando lo calza fasci al meglio il piede, una scelta che ricorda gli scarponi da sci che non permettono il movimento della pianta.
Poi lavoriamo all’interno dello stivale, nella parte del sottopiede, per aumentare la flessibilità, in particolare nella zona anteriore.
In quell’occasione i piloti tester ci fecero una richiesta particolare, quella del bridge nella parte posteriore.
Un piccolo particolare che permette al tallone di non sollevarsi, preparammo vari prototipi e dopo i test arrivammo alla soluzione definitiva.
Se il bridge si trova anche sul modello di serie è grazie alla richiesta dei piloti.
Una volta definito il setup dello stivale questo rimane invariato per diverse stagioni, limitandosi a nuove colorazioni.”
Quanti stivali utilizza un pilota professionista?
“Toni sei, sette paia, in media con gli altri piloti.”
Una visita che ci ha permesso di scoprire anche come vengono costruite le tute dei piloti della Moto Gp, , Rally, Nascar e F1 e per la quale ringraziamo lo staff Alpinestars per la disponibilità.